«     L’ospedale degli Innocenti Costruito tra il 1419 e il 1445 su progetto di Filippo Brunelleschi, oltre a costituire un’importante manifestazione della razionalità e dell’eleganza dell’architettura rinascimentale, l’ospedale degli Innocenti rappresentò un simbolo dell’alto livello raggiunto dalla civiltà umanistica fiorentina: l’edificio, infatti, era stato realizzato a spese dell’Arte della Seta per il ricovero, la cura e l’educazione dei bambini abbandonati. Il brano della Guida Rossa del Touring Club Italiano dedicata a Firenze racconta la storia della costruzione.


L’ospedale degli Innocenti riveste un’importanza primaria per la storia e la cultura della città non solo in relazione al livello architettonico che esprime e al patrimonio artistico che contiene, ma anche per essere uno dei più alti simboli della civiltà umanistica fiorentina; esso costituì infatti una struttura razionalmente studiata e funzionalmente attrezzata per rispondere a una esigenza sociale pressante: il ricovero, la cura e l’educazione dei bimbi abbandonati. L’architetto incaricato del lavoro fu Filippo Brunelleschi e il risultato fu un complesso di eccezionale levatura nel panorama dell’edilizia civile del tempo. Siamo nell’epoca del più vivo impegno civile di Firenze, quello delle grandi opere pubbliche, realizzate nella profonda fede nella dignità del bene comune.


Iniziato nel 1419 a spese dell’Arte della Seta o di Por Santa Maria, durante i primi otto anni furono realizzati il portico sulla piazza e i due corpi di fabbrica a esso perpendicolari, separati dal cortile d’ingresso, o chiostro degli Uomini: sulla sinistra la chiesa, e sulla destra l’“abituro dei fanciulli”. Nel 1436, dopo un periodo di interruzione, i lavori ripresero sotto la direzione di Francesco della Luna, che sostituì Brunelleschi e realizzò la zona oltre l’“abituro dei fanciulli”, destinata ad accogliere le donne, compreso il piccolo chiostro con gli splendidi capitelli ionici. Nel 1439 si completò la facciata sopra il portico e il 25 gennaio 1445 l’ospedale fu solennemente inaugurato; l’11 aprile 1451 la chiesa veniva consacrata da Sant’Antonino, vescovo di Firenze.


Inizialmente era consuetudine deporre i bimbi abbandonati in una specie di pila dell’acqua santa collocata all’estrema destra del porticato; nel 1660 essa fu sostituita dalla cosiddetta rota, pietra girevole oggi trasferita all’estremità opposta del portico. La rota restò in funzione fino al 1875 quando fu definitivamente chiusa; Isidoro del Lungo dettò allora l’iscrizione commemorativa. Il complesso, ripetutamente manomesso soprattutto nel corso dei secoli XVIII e XIX, è stato sottoposto a un razionale restauro tra il 1966 e il 1970.


Guida d’Italia. Firenze e provincia, Touring Club Italiano, Milano1993.
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