Alle soglie dell'incorniciatura della Fangosa Dimensione giunse il Vibrante. Timido, ascoltava se stesso e i suggerimenti dei Ventosi Contorni: "IL CANE E' PAZZO, TU DOVRAI NUTRIRLO E COMPRENDERLO. LA LUNA TI PORTERA' IL SACRO, DANZERAI PER SOFFRIRNE L'INCANTESIMO. IL TUO OCCHIO E' L'INIZIO E LA FINE, PASSERAI OLTRE!"
II
Possibilità di treni galattici sfrecciavano nel suo futuro, e rose prive
di spine gli apparivano galleggianti di ricordi Olimpici. Contorti abbozzi di
melodie tralasciate ronzarono allora sul suo corpo d'Infante: "VERGOGNA!
DIMENTICAMMO IL SENSO DELL'ATTIMO. CERTEZZA: NELL'AUREOLA DELLE IMMAGINI MORI'
IL FIGLIO DELL'UOMO. PAURA. LA ROCCA INACCESSIBILE SARAI COSTRETTO A DISTRUGGERE
DALLA TUA VOLONTA'!"
III
In quel momento, adesso e sempre il Vibrante si accese di Amore e volle toccare
con mano le sue stesse tracce. Toccò la terra e la luce, odorò
i fiori e l'escremento, assaporò l'acqua ed il fuoco, vide il cielo e
le bestie, udì la vita ed il nulla; e creò i Dolci Desideri. Cantò
quindi anche lui, in sincronia con la Cosa: "FU IL SENSO L'ATTIMO. E L'ATTIMO
DIVENNE IL SENSO
"
Da: "Grande Orchestra Jazz", Ed. Tracce, Pescara, 1996
di Francesco Paolo Tanzj
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